martedì 3 agosto 2010

Grandi decadute...


Questo è l'anno della crisi, i grandi club europei (escludendo i club che appartengono a miliardari stranieri) sono indebitati fino al collo e prima di comprare sono costretti a vendere. Perché siamo arrivati a questo punto? Sono molte le cause di questo disastro finanziario, pero concentriamoci sul calcio di casa nostra. Il Milan per esempio ha deciso di non comprare più a questi prezzi esorbitanti, decisione condivisibile però se non compri giocatori di livello non puoi rimanere ad alti livelli. Il problema maggiore però a mio avviso non è la volontà di non comprare giocatori a prezzi esorbitanti, il problema è che non sai investe nel vivaio. Il settore giovanile italiano era uno dei migliori al mondo, molti dei giocatori che giocavano nelle nazionali giovanili erano la base di una nazionale maggiore che ci ha regalato grandi gioie. Adesso si pensa a prendere giovani stranieri che costano quasi nulla e si cerca di farli crescere per poi lanciarli in prima squadra solo alla "tenera" età di 25-26 anni, sono pochi gli allenatori che lanciano in prima squadra dei giovani di 18 anni e che poi gli danno continuità. In Italia si è perso l'amore per il bel gioco, che non necessariamente è quello del Barcellona, il bel gioco è quello che diverte, quello che fa sognare i tifosi. In Italia si cercano spesso giocatori forti fisicamente e si scartano giocatori che tecnicamente sono più che validi, perché ritenuti troppo deboli fisicamente. Sono poche, anzi inesistenti, le squadre che sfornano giovani giocatori di talento, non dico che debbano salire sempre dei giovani Totti, Del Piero o Nesta, ma almeno dei giocatori che siano capaci di non farci rimpiangere l'addio al calcio di giocatori di quel livello.

Non è solo l'Inter la squadra che non ha quasi italiani in squadra, basti 'pensare che il Catania ha solo 11 italiani su 26 giocatori in rosa o per esempio la Roma che ha 8 italiani su 21 giocatori in rosa, e i giocatori italiani che fanno parte delle rose delle squadre di serie A sono quasi tutti di età superiore ai 22 anni.

I giovani dell'Under 21 Italiana giocano quasi tutti in serie B o non sono titolari nei rispettivi club di Serie A. In molti casi questi giocatori che non fanno esperienze in serie A, quando hanno 20 anni, poi sono coloro che dovranno difendere la nostra maglia nei mondiali, e si dovranno scontrare con nazionali dove i giocatori hanno esperienze nella prima squadra già a 18 anni, come per esempio il giovanissimo Bojan del Barcellona che già sono 3 anni che gioca nel Miglior Club del mondo e che al momento di giocare in nazionale avrà già accumulato una grande esperienza, altro esempio è il centrocampista del Barcellona e della nazionale spagnola campione del mondo, Sergio Busquets, giocatore che ha debuttato nel club campione d'europa a soli 19 anni.

Mi sembra che il problema del nostro calcio non è solo la nazionale che ha deluso ampiamente nel mondiale africano, il problema del calcio di casa nostra è la paura di essere esonerati dopo 2 sconfitte o meno, diamo più fiducia agli allenatori cosi da fargli fare le scelte giuste e dargli la possibilità di far debuttare giovani giocatori e non "costringerli" a mettere giocatori d'esperienza per paura di perdere la partita ed essere cacciati.

Federico Carfora

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